NOTE

1   Tercera Conferencia General del Episcopado Latino americano.
La evangelización en el presente y en el futuro de América Latina (= Documento di Puebla), n. 293. Celam 1979. Ci siamo serviti della versione italiana curata dall’Editrice Missionaria Italiana Bologna, 1979.

2   Legenda de origine Ordinis, n. 17, in Monumenta OSM, vol. I. Bruxelles, Société de Librairie, 1897, pp. 72-73.

3   Costituzioni OSM (1977), art. 6.

4   Ibid., art. 7.

5   Ibid.

6   Del tempo del pontificato di Paolo VI (1963-1978) vanno segnalate anzitutto le sue Esortazioni apostoliche Signum magnum del 13 maggio 1967, in Acta Apostolicae Sedis 59 (1967) pp. 465-475, e Marialis cultus del 2 febbraio 1974, in Acta Apostolicae Sedis 66 (1974) pp.113-168. Poi, tra i documenti delle Conferenze episcopali, sono da ricordare: Nederlandse Bisschoppen Konferentie. Pastorale brief de Bisschoppen van Nederland del 5 ottohre 1968, in Ephemerides Mariologicae 24 (1974) pp.98-103; Conferencia Episcopal de Chile. Una señal radiante de esperanza del 12 luglio 1972, in Marianum 36 (1974) pp. 363-365; Conferentia Episcopalis Helvetica.Die Mutter Gottes im Heilsplan Gottes del 16 settembre 1973, in Marianum 36 (1974) pp. 365-369; National Conference of Catholic Bishops U.S.A. Bebold your Mother: Woman of Faith del 21 novembre 1973, in Marianum 36 (1974) pp.370-411; Conferentia Episcopalis Polonensis, Lettera pastorale sul retto ordinamento e sviluppo del culto alla santissima Vergine Maria del 8 dicembre 1974, in Marianum 37 (1975) pp. 507-511; Catholic Bishops Conference of the Philippines. Ang Mabal na Birhen. Mary in Philippine Life Today: a Pastoral Letter on the Blessed Virgin Mary del 2 febbraio 1975, in Marianum 38 (1976) pp. 407-434.

7   Paolo VI. Esortazione apostolica Marialis cultus per il retto ordinamento e sviluppo del culto della beata Vergine Maria, in Acta Apostolicae Sedis 66 (1974) PP. 113-168, n. 15.

8   Cf. Pio XII. Lettera enciclica Ad caeli Reginam, in Acta Apostolicae Sedis 46 (1954) p. 637; Giovanni XXIII. Allocuzione al clero romano (24 novembre 1960), in Acta Apostolicae Sedis 52 (1960) p. 969.

9   Concilio Vaticano II. Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, in Acta Apostolicae Sedis 57 (1965) pp. 5-71, n. 65.

10   Cf. Marialis cultus, n. 56 e Introduzione.

11   Cf. Concilio Vaticano II. Costituzione sulla sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium in Acta Apostolicae Sedis 56 (1964) pp. 97-138, n. 13; Marialis cultus, n. 31.

12   N.56.

13   Concilio Ecumenico Constantinopolitano I (anno 381). Professione di fede, in Enchiridion Symbolorum..., ed. H. Denzinger e A. Schönmetzer. Roma, Herder, 1965, n. 150.

14   Omelia ai fedeli di Sardegna, presso il Santuario di Nostra Signora di Bonaria (24 aprile 1970), in Acta Apostolicae Sedis 62 (1970) pp. 300-301.

15   Ibid.

16   Ibid.

17   Lumen gentium, n. 56.

18   De fide orthodoxa III, 12, in PG 94, 1029 C.

19   Origene. Commento al Vangelo di Giovanni I, 4, in SC 120, p. 58.

20   Cf. Th. Köhler. Les principales interprétations traditionnelles de Jn 19, 25-27 pendant les douze premiers siècles, in Études Mariales 16 (1959) pp. 119-155, H. Barré.La maternité spirituelle de Marie dans la pensée médiévale, in Études Mariales 16 (1959) pp. 87-104, B. Duda. "Ecce mater tua" (Jo. 19, 26-27) in documentis Romanorum Pontificum in Maria in Sacra Scriptura, vol. V. Romae, Pont. Academia Mariana Internationalis, 1967, pp. 235-289.

21  Anacreontica. XI.In Ioannem Theologum, vv. 77-87, in PG 87, 3, 3789.

22   Il titolo Mater misericordiae è usato con una certa frequenza nella liturgia romana. Oltre che nella celebre antifona Salve Regina, esso figura nell’inno Salve, mater misericordiae (Liturgia delle Ore, Presentazione della b. Vergine Maria, 21 novembre, Ufficio delle letture). L’origine del titolo sembra doversi ricollegare all’opera di s. Oddone di Cluny († 942). Il titolo indica sia che Maria è la madre di Gesù, la misericordia incarnata, sia che ella stessa è madre sommamente misericordiosa.

23   Ordo coronandi imaginem b. Mariae Virginis. Editio typica. Città del Vaticano, Typis Polyglottis Vaticanis, 1981, n. 41, p. 28. Il titolo si riallaccia all’espressione biblica "Serva (ancilla, ministra) del Signore" (Lc 1, 38). Come tale, Maria "consacrò totalmente se stessa [...] alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di lui e con lui" (Lumen gentium, n. 56), cioè al servizio del mysterium pietatis (cf. 1 Tm 3,16).

24   Concilio Vaticano II. Decreto sul rinnovamento della vita religiosa, Perfectae caritatis,.in Acta Apostolicae Sedis 58 (1966) pp. 702-712, n. 2 a).

25   Per una buona rassegna di testi si veda J. A. De Aldama, S.I. Los orígenes del culto mariano de imitación, in Estudios Marianos 36 (1972) pp. 75-93.

26   Giovanni Paolo II. Esortazione apostolica sui compiti della famiglia cristiana nel mondo moderno, Familiaris consortio, in Acta Apostolicae Sedis 74 (1982) pp. 81-191, n. 16.

27   Paolo VI. Allocuzione a Nazareth (5 gennaio 1964), in Acta Apostolicae Sedis 56 (1964) p. 168.

28   Per sessualità, da distinguere accuratamente da genitalità, si intende qui il fatto che ogni essere umano — uomo o donna — è profondamente marcato non solo nel corpo ma anche nella vita psichica e nella vita spirituale dal proprio sesso, maschile o femminile. Ciò determina che ogni persona, in forza del proprio sesso, si collochi in un modo peculiare di fronte a se stesso, agli individui dello stesso sesso e a quelli di sesso diverso.

29   Natività di Maria o Protovangelo di Giacomo IX, 1, in Los Evangelios Apócrifos (ed S. Otero). Madrid, La Editorial Católica, 1963, p. 152 (BAC 148). Per uno studio sul significato dell’espressione "Vergine del Signore", cf. J. A. De Aldama, S.I. María en la patrística de los siglos I y II. Madrid, La Editorial Católica, 1970, pp. 342-356 (BAC 300).

30   Lumen gentium, n. 46.

31   Cf. Ibid., n. 56.

32   Questa interpretazione è frequente nei secoli XII-XIII: il fiat della Vergine, oltre che espressione dell’accoglimento amoroso della volontà di Dio, è una parola di misericordia (verbum miserationis) in favore degli uomini. Si veda, ad esempio, S. Bernardo. Homilia IV, 8, in Opera omnia, vol. 4. Roma, Edit. Cisterc., 1966, p. 53.

33   Lumen gentium, n. 56.

34   Ibid., n. 62.

35   Cf. S. Germano di Costantinopoli. Oratio I in Dormitionem sanctae Dei Genetricis, in PG 98, 344 D e 345 BC.

36   Qui ci limitiamo a citare un significativo testo di Giovanni Paolo II: "... Maria è presente nella Chiesa, a stimolare la santità dei suoi figli migliori, a indirizzarli su vie eroiche di donazione evangelica e missionaria, a favore dei poveri, dei piccoli, dei semplici, dei sofferenti, di coloro che attendono il messaggio di Cristo" (Discorso ai collaboratori nel governo centrale della Chiesa, n. 31, in Acta Apostolicae Sedis 72 [1980] p. 664).

37   Si veda l’eccellente riassunto di Paolo VI sulla varietà di segni con cui si manifesta la presenza di Cristo nella vita della Chiesa: Lettera enciclica Mysterium fidei, in Acta Apostolicae Sedis 57 ( 1965 ) pp. 762-764.

38   Non pochi teologi ritengono che i santuari mariani, luoghi dove i fedeli accorrono numerosi per venerare la memoria di santa Maria e ricorrere alla sua intercessione, ma anche luoghi dove si annuncia la Parola, risuona l’invito alla conversione e si celebra il sacrarnento della penitenza, siano da ritenere ‘segni’ della presenza materna della Vergine nella vita della Chiesa. A maggior ragione ciò si deve affermare delle ‘apparizioni’ autentiche della Madonna: tali manifestazioni soprannaturali, quando godono dell’approvazione dell’autorità ecclesiastica e producono con continuità frutti di vita cristiana, costituiscono una testimonianza particolare dell’amore con cui la Vergine già glorificata accompagna il cammino dei suoi figli ancora pellegrini sulla terra. Anche l’Anno liturgico, riproponendo ciclicamente e celebrando mistericamente gli eventi salvifici della vita di Cristo, cui è indissolubilmente associata la Vergine (cf. Sacrosanctum Concilium, n. 103 ), diventa indirettamente un ‘segno’ della presenza di Maria nella vita della Chiesa.

39   Lumen gentium, n. 46.

40   Cf. Lumen gentium, n. 64.

41   Cf. Messale Romano, Prefazio dell’Immacolata, 8 dicembre.

42   "Tu visiti e vegli su tutti, o Madre di Dio. Anche se i nostri occhi non ti possono vedere, o Tuttasanta, tu abiti in mezzo a noi e ti manifesti in vari modi a quanti sono degni di te" (S. Germano di costantinopoli. Oratio I in Dormitionem sanctae Dei Genetricis, in PG 98, 345 A). Da parte sua la liturgia romana prega: "Veni, invamen saeculi, / sordes aufer piaculi, /ac visitando populum / poenae tolle periculum" (Liturgia delle Ore, Visitazione della b. Vergine Maria, 31 maggio, Ufficio delle letture, inno Veni praecelsa Domina, del sec. XIII).

43   Questa ‘lettura’ di Giovanni 2, 5 è stata sostanzialmente accolta nel magistero dei Romani Pontefici. Cf. Marialis cultus, n. 57; Giovanni Paolo II. Allocuzione alla preghiera dell’Angelus (17 luglio 1983), in L’Osservatore Romano, 18-19 luglio 1983, pp. 1-2.

44   Alla prima edizione del Tractatus del p. Lépicier (Parigi 1901) seguirono altre quattro: la quinta (Roma 1926) risulta notevolmente accresciuta.

45   Statuti della Pontificia Facoltà Teologica ‘Marianum’, n. 2 b).

46   Lettera circolare su alcuni aspetti più urgenti della formazione spirituale nei seminari (6 gennaio 1980), II, 4, in Enchiridion Vaticanum 7, n. 85.

47   Queste affermazioni non sono ovviamente da intendere nel senso che lo studio del mistero di Cristo, dello Spirito, della Chiesa siano presupposti per la conoscenza di Maria di Nazaret, ma nel senso che un accurato studio dell’evento Cristo, dell’azione dello Spirito, della natura e della missione della Chiesa non può prescindere dal considerare il posto che la Vergine occupa in essi.

48   Cf. Paolo VI. Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi circa l’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, in Acta Apostolicae Sedis 68 (1976) pp. 5-96, n. 82.

49   Marialis cultus, n. 17.

50   Fino dai secoli V-VI, la liturgia romana, proponendo Isaia 60, 1-9 e Matteo 2, 1-12 quali letture per la solennità dell’Epifania, ne ha intuito il rapporto. L’esegesi qui esposta, che vede nella ‘casa di Betlemme’ (cf. Mt 2, 11) una figura della Chiesa, riscuote crescente interesse tra gli studiosi. Essa tuttavia non è nuova. Il nucleo essenziale si trova già in Ireneo, per il quale la casa a cui sono condotti i Magi per incontrare l’Emmanuele ("ad Emmanuel") è la "casa di Giacobbe", ovviamente la Chiesa (cf. Adversus Haereses III, 9, 2, in SC 211, p. 106). Questa interpretazione passa ai teologi medievali; la incontriamo, ad esempio, in Rabano Mauro († 856): "Secondo il senso mistico, i tre Magi stanno a significare il popolo dei Gentili discendente dai tre figli di Noè, che viene alla fede in Cristo dalle tre parti del mondo. La stessa, poi, significa la parola dei profeti, che mostra senza errore la nascita del Signore. Erode è tipo del diavolo, il quale, conosciuta la nascita del Salvatore, gli muove persecuzione, preparando la morte temporale alle membra di lui. Da Erode si distaccano i Magi, quando le genti abbandonano l’idolatria e vengono alla casa nella quale c’è Cristo, vale a dire la Chiesa cattolica, la quale, rimanendo vergine, genera ogni giorno figli a Dio" (Commentaria in Matthaeum I, cap. 2, in PL 107, 760 D).

51   La presenza attiva dello Spirito Santo sia nell’incarnazione del Verbo sia nell’evento della Pentecoste è stata vista in reciproco rapporto dal Concilio Vaticano II: cf. Lumen gentium, n. 59 e Decreto sull’attività missionaria della Chiesa, Ad gentes, in Acta Apostolicae Sedis 58 (1966) pp. 947-990, n. 4.

52   Lumen gentium, n. 65.

53   Cf. art. 7.

54   Evangelii nuntiandi, n. 48.

55   Ibid.

56   Cf. Documento di Puebla, n. 465.

57   Marialis cultus, n. 40.

58   Cf. ibid., nn. 25-37.

59   Sacrosanctum Concilium, n. 13.

60   Lumen gentium, n. 67.

61   Mons. E. Manfredini, arcivescovo di Bologna, scrive: "Constatando che il nuovo ‘Ordo [lectionum]’ assegna alla memoria dell’Addolorata le stesse letture del venerdì santo [...1 e quindi suggerisce di attingere dall’evento drammatico celebrato in quel giorno il significato della celebrazione della Madre dei dolori, viene spontaneo chiedersi se non sarebbe molto opportuno [...1 trovare un modo proprio e una forma specifica per presentare con maggiore evidenza alla coscienza del Popolo di Dio la partecipazione di Maria al mistero della croce di Cristo nella stessa ‘feria sexta in passione Domini’.
      Una simile sottolineatura, anziché diminuire il senso del valore unico del sacrificio di Gesù nel venerdì santo, lo farebbe interiorizzare secondo quell’autentica comprensione di fede che la comunità ecclesiale riesce progressivamente ad assimilare quando si accosta al mistero della croce, associandosi ad esso nell’atteggiamento stesso di Maria al Calvario" (Analisi tematica del lezionario per le celebrazioni mariane, in Aa.Vv. Il Messale Romano del Vaticano II. Orazionale e lezionario. Vol. II. Leumann [Torino], LDC, 1981, p. 130); cf. M. Magrassi, O.S.B., arcivescovo di Bari. Maria e la Chiesa una sola madre. Noci, Edizioni ‘La Scala’, 1977, p. 22; J. Castellano, O.C.D. La Vergine nella liturgia, in Aa.Vv. Maria mistero di grazia. Roma, Pontificio Istituto di spiritualità del Teresianum, 1974, pp. 104-108; A. Bergamini. Cristo festa della Chiesa. Storia-teologia-spiritualità-pastorale dell’Anno Liturgico. Roma, Ed. Paoline, 1982, p. 395 e relativa nota 2; T. de Urkiri, C.M.F. Para avanzar en la pastoral litúrgico-mariana. Madrid, Editorial Alpuerto, 1980, pp. 28-45.

62   Si veda in proposito: S. Salaville. Marie dans la liturgie byzantine ou gréco-slave, in H. du Manoir (ed. ). Maria, Etudes sur la Sainte Vierge, vol. I. Paris, Beauchesne, 1949 pp. 266-271; A. Kniazeff. La Theotobos dans les offices hyzantins du temps pascal, in Irénikon 34 (1969) pp. 21-44.

63   "...sarebbe certamente auspicabile che [nella liturgia romana] il ricordo della Vergine si affacciasse anche nelle celebrazioni pasquali e pentecostali" (M. Magrassi, O.S.B. Op. cit., pp. 22-23).

64   Cf. Sacrosanctum Concilium, n 30. Sulla funzione e il valore riconosciuti al silenzio dai vari documenti liturgici e dai rituali promulgati tra il 1968 e il 1973, cf. D. Sartore, C.S.J. Il silenzio come ‘parte dell’azione liturgica’, in Aa.Vv. Mysterion. Nella celebrazione del Mistero di Cristo la vita della Chiesa. Leumann (Torino), LDC, 1981, pp. 289-305.

65   Per una puntuale rassegna degli studi contemporanei su Luca 2, 19.51b e per un’antologia di testi dal secolo III ai nostri tempi, cf. A. Serra. Sapienza e contemplazione di Maria secondo Luca 2, 19. 51b. Roma, Edizioni Marianum, 1982.

66   H. de Lubac. Meditazione sulla Chiesa. Milano, Edizioni Paoline, 1963, pp. 426-427.

67   Una delle intuizioni più rilevanti della Marialis cultus è quella di presentare Maria quale "modello dell’atteggiamento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i divini misteri" (n. 16). L’Esortazione apostolica osserva che "l’esemplarità della beata Vergine in questo campo deriva dal fatto che ella è riconosciuta eccellentissimo modello della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo" (ibid. ). In questo testo tuttavia non si fa menzione esplicita dell’atteggiamento riflessivo, che è senza dubbio uno degli aspetti esemplari più notevoli di Maria nel campo cultuale.

68   "A te, Signore, la lode silenziosa". Per l’origine e il significato di questo motto, che deriva dalla lettura masoretica del Salmo 64 [65], 2, cf. I. Cecchetti. ‘Tibi silentium laus’, in Aa.Vv. Miscellanea liturgica in honorem L. Cuniberti Moblberg, vol. II. Roma, Edizioni Desclée, 1949, pp. 521-570.

69   Come è noto, nella celebrazione di alcuni sacramenti — confermazione, ordinazione dei vescovi dei presbiteri e dei diaconi, unzione degli infermi... — il gesto dell’imposizione delle mani che precede l’invocazione dello Spirito Santo avviene nell’assoluto silenzio. Anche vari segni biblici dello Spirito Santo sono ‘silenziosi’: l’alito e la brezza, l’olio il profumo l’unguento, l’ombra e la rugiada...

70   Costituzioni OSM (1977), art. 31.

71   Paolo VI. Esortazione apostolica sul rinnovamento della vita religiosa secondo le norme del Concilio Vaticano II, Evangelica testificatio, in Acta Apostolicae Sedis 63 (1971) pp. 497-526, n. 46.

72   Il termine ebraico tôb che qualifica, una dopo l’altra, le opere della creazione (cf. Gn 1, 4. 10. 12.18. 21. 25. 31) è reso dai LXX con l’aggettivo kalón: "era cosa buona", che assomma in sé i significati di ‘bello’, ‘buono’, ‘ben riuscito’.

73   Liturgia delle Ore, Solennità di Maria Ss. Madre di Dio, 1 gennaio, Ufficio delle letture, responsorio 2.

74   N. 71, v. 513, in SC 123, p. 98.

75   Homilia XXXVII. In Dormitionem Deiparae semperque Virginis Mariae, in PG 151, 468 A.

76   Allocuzione ai partecipanti al VII Congresso Mariologico Internazionale (Roma 16 maggio 1975), in Acta Apostolicae Sedis 67 (1975) p. 338.

77   Omelia in S. Pietro in occasione del X anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II (8 dicembre 1975), in Insegnamenti di Paolo VI, vol. XIII. Città del Vaticano, Libreria Lditrice Vaticana, 1975, pp. 1493-1494.

78   Molto nota a questo proposito è l’antifona "Tota pulchra es, Maria, et macula originalis non est in te" (Liturgia delle Ore, Immacolata Concezione della b. Vergine Maria, 8 dicembre, II Vespri, antifona 1).

79   Tra i testi più noti si può citare l’antifona: "Genuit puerpera Regem, cui nomen aeternum, et gaudia matris habens cum virginitatis honore; nec primam similem visa est, nec habere sequentem" (Liturgia delle Ore, Solennità di Maria Ss. Madre di Dio, 1 gennaio, Lodi, antifona 3).

80   Paolo VI. Omelia in S. Pietro in occasione della celebrazione del centenario dell’Azione Cattolica Italiana (8 dicembre 1968), in Insegnamenti di Paolo VI, vol. VI. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1969, p. 632.

81   Paolo VI. Allocuzione ai partecipanti al VII Congresso Mariologco Internazionale (Roma 16 maggio 1975), in Acta Apostolicae Sedis 67 (1975) p. 338.

82   Regula ad servos Dei, cap. VIII, n. 48, in La Regola (ed. A. Trapè). Testo latino italiano. Milano, Editrice Ancora, 1971, p. 267.

83   Huit homélies mariales. Hom. VII, 234-239, in SC 72, pp. 198. 200. Si sarà rilevato che il b. Amedeo ravvisa la bellezza della Vergine nei suoi atteggiamenti morali (nei pensieri, nelle parole, nelle azioni) e nella sua partecipazione agli eventi salvifici di Cristo (la nascita, la morte, la risurrezione). in epoche di decadenza del pensiero teologico, la bellezza della Vergine sarà inopportunamente cercata nei tratti fisici, fantasiosamente immaginati e descritti.

84   Lumen gentium, n. 55.

85   Evangelica testificatio, n. 16.

86   Ibid., n. 18.

87   Ibid., n. 17.

88   Giovanni Paolo II. Omelia ai fedeli messicani, presso il Santuario di Zapopán (30 gennaio 1979), in Acta Apostolicae Sedis 71 (1979) p. 230.

89   Documento di Puebla, n. 299.

90   Sulla condizione della donna nel mondo biblico, cf. L. Zucker. Voce Woman, in Encyclopaedia Judaica, vol. 16. Jerusalem 1971, col. 623-628, C. Gancho. Voce Donna in Enciclopedia della Bibbia, vol. 2. Leumann (Torino), LDC, 1969, col 998-1002.

91   Documento di Puebla, n. 291.

92   Ibid., n. 299.

93   Cf. Lettera enciclica Pacem in terris, in Acta Apostolicae Sedis 55 (1963 ) pp. 267-268.

94   Paolo VI. Allocuzione al Convegno dei giuristi cattolici d’Italia (7 novembre 1974 ) in Insegnamenti di Paolo VI, vol. XII. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1975, p. 1248.

95   Cf. Ibid., p. 1249.

96   Documento Funzione della donna nell’evangelizzazione (19 novembre 1975), V. La donna nella liturgia e nei ministeri, in Enchiridion Vaticanum 5, n. 1572.

97   N. 282.

98   Cf. Familiaris consortio, n. 59.

99   A. Müller Discorso di fede sulla Madre di Gesù. Un tentativo di mariologia in prospettiva contemporanea. Brescia, Queriniana, 1983, p. 49.

100   Concilio Ecumenico Costantinopolitano I (anno 381), in Enchiridion Symbolorum, n. 150.

101   Cf. S. Agostino. De sancta virginitate, 6, in PL 40, 399; Lumen gentium, nn. 53. 61.

102   Liturgia delle Ore, antifona Salve Regina. L’attribuzione alla Vergine del termine vita determinò la scomparsa dell’uso di questa celebre antifona nelle Chiese della Riforma. Effettivamente tale termine, che in senso assoluto conviene solo a Cristo (cf. Gv 14, 6), applicato alla Vergine poteva dare luogo a fraintendimenti. Bene colse invece il significato e il valore della sua applicazione a Maria il primo commentatore della Salve, l’abate cistercense Goffredo d’Auxerre († 1188 ca. ), secondo cui la Vergine è per noi vita in forza del valore esemplare della sua testimonianza: "vita, nell’esempio di perfetta condotta e di totale santità"; "vita, se imitiamo, pur nella nostra fragilità, la sua vita"; "vita nostra per educarci alla vita" (In Nativitate b. Virginis, Sermo IV, in ed. J.M. Canal. Salve Regina misericordiae. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1963, pp. 212-213).

103   VI Sinodo dei Vescovi (anno 1983). Messaggio al mondo, in L’Osservatore Romano, 28 ottobre 1983, p. 1.

104   Cf. Allocuzione agli scienziati e ai rappresentanti delle Nazioni Unite (Hiroshima, 25 febbraio 1981), in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol IV/1. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1981, pp. 540-549; Omelia all’aeroporto di Coventry (30 maggio 1982), in Acta Apostolicae Sedis 74 (1982) pp. 926-931; Messaggio alla II Sessione speciale delle Nazioni Unite per il disarmo (7 giugno 1982), in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. V/2. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1982, pp. 2131-2143; Allocuzione al Centro Europeo per la Ricerca Nucleare (Ginevra, 15 giugno 1982), n. 9, in Acta Apostolicae Sedis 74 (1982) pp. 1010-1012.

105   Lettera pastorale The Challenge of Peace: God’s Promise and Our Response del 3 maggio 1983; Lettera dei Vescovi dei Paesi Bassi La pace nella giustizia del 5 maggio 1983; Lettera dei Vescovi del Belgio Disarmare per costruire la pace del luglio 1983; Lettera dei Vescovi del Giappone. L’aspirazione alla pace, missione evangelica della Chiesa giapponese del 9 luglio 1983; Lettera della Conferenza Episcopale di Francia Vincere la pace dell’8 novembre 1983.

106   Cf. G.M. Lechner, O.S.B. Maria Gravida. Zum Schwangerschftsmotiv in der bildenden Kunst. München-Zürich, Verlag Schnell und Steiner, 1981. Ci piace ricordare qui l’affresco di Vitale da Bologna La Vergine nell’attesa del parto (1355), che si ammira nella basilica di Santa Maria dei Servi di Bologna, una delle più antiche e venerate chiese dell’Ordine.

107   Liturgia delle Ore, Natale del Signore, 25 dicembre, Lodi, inno.

108   Proprium Officiorum O.S.M., Solennità della b. Vergine Addolorata, 15 settembre, I Vespri, antifona 1.

109   Marialis cultus, n. 32.

110   Dr. Ross Mackenzie, presbiteriano. Dichiarazione riportata da R. Laurentin. Bulletin sur la Vierge Marie, in Revue des sciences philosophiques et théologiques 65 (1981), pp. 330-331.

111   Per essi la Sacra Scrittura è il libro che il monaco deve meditare instancabilmente "leggere giorno e notte, scrutando ognuna delle sue sillabe e delle sue lettere" (S. Girolamo. Tractatus de Psalmo 131, in CCL 78, p. 274), regola e specchio su cui modellare la propria vita, alimento — quasi carne e sangue di Cristo, al pari dell’Eucaristia — di cui nutrirsi. Per una sintesi dell’uso della Bibbia presso i monaci, cf. G. M. Colombas, O.S.B. El monacato primitivo, vol. II. La espiritualidad. Madrid, La Editorial Católica, 1975, pp. 75-94 (BAC 376).

112   "In primo luogo [i religiosi] abbiano quotidianamente tra le mani la Sacra Scrittura affinché dalla lettura e dalla meditazione dei Libri Sacri imparino "la sovreminente scienza di Gesù Cristo" (Fil 3, 8)" (Perfectae caritatis, n. 6).

113   "Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di lui Dio Padre, da tutta l’eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito a nessun altro concessi" (Marialis cultus, n. 25).

114   Messale Romano, Prece eucaristica I o Canone Romano, Communicantes.

115   Ognuno di noi quando accosta i ‘testi mariani’ della Sacra Scrittura, oltre ad una pre-comprensione conseguente alla propria formazione intellettuale, si trova ad avere nel confronti di essi una diversa pre-disposizione derivante dalla confessione cristiana cui appartiene e dalla sua condizione esistenziale. Così, ad esempio, noi frati Servi di Maria — religiosi, cattolici, sorti nell’ambito del movimento evangelico-apostolico medievale, depositari di una ‘eredità mariana’ — avvertiamo in quei testi echi e risonanze che facilmente sfuggono ad altri lettori di differente tradizione spirituale.

116   Cf. Concilio Vaticano II. Decreto su l’ecumenismo, Unitatis redintegratio, in Acta Apostolicae Sedis 57 (1965) pp. 90-112, n. 11; Segretariato per l’unione dei cristiani. Direttorio ecumenico, Parte II, in Acta Apostolicae Sedis 62 (1970) pp. 705-724, n. 76 c.

117   Cf. S. Congregazione per la dottrina della fede. Declaratio circa catholicam doctrinam de Ecclesia contra nonnullos errores hodiernos tuendam, specialmente il n. 5 (De notione infallibilitatis Ecclesiae non corrumpenda), in Acta Apostolicae Sedis 65 (1973) pp. 402-404.

118   A questo proposito sarà sufficiente ricordare che, nella stessa epoca — fine del secolo IV, in cui la liturgia sira per opera di s. Efrem († 373) e della sua scuola ha introdotto numerosi inni rivolti direttamente alla Vergine, la liturgia romana non ha ancora introdotto nelle sue ufficiature testi con simile indirizzo. Ciò avverrà solo a partire dal secolo VII.

119   La divergenza riguarda solo i dogmi della Concezione immacolata e dell’Assunzione della Vergine in corpo e anima al cielo. Ma, più che i contenuti dottrinali, il dissenso concerne la procedura della definizione da parte dei Vescovi di Roma — rispettivamente Pio IX nel 1854 e Pio XII nel 1950 — avvenuta in una situazione di ‘Chiesa divisa’.

120   N. Nissiotis. Maria nella teologia ortodossa, in Concilium 19 (1983) n. 8, p. 66 [1260].

121   I teologi ortodossi riconoscono che, in campo ecumenico, "per l’eccessivo timore di creare un ulteriore motivo di divisione e di dare scandalo alla coscienza di colleghi e fratelli di altre tradizioni cristiane", sono stati troppo cauti nei loro riferimenti alla beata Vergme. Oggi sembrano orientarsi, proprio per motivi ecumenici, ad abbandonare tanta cautela: "Una teologia orientata ecumenicamente che resti priva di riferimenti alla mariologia è una riflessione teologica individualistica, antropocentrica e mutilata, perché mcapace di penetrare dinamicamente i cuori e le menti che cercano l’unità in Cristo per mezzo dell’unico Spirito, sulla base di un approccio pienamente ecclesiologico" (N. Nissiotis. Art. cit., 67-68 [1261-1262].

122   Unitatis redintegratio, n. 15.

123   Dichiarazione ecumenica al Congresso Mariologico Internazionale di Saragozza (9 ottobre 1979), n. 4, in Marianum 42 (1980) p. 305. È necessario tuttavia avvertire che i firmatari della Dichiarazione sottoscrissero a titolo personale, se pur dichiararono di aver "lavorato con la preoccupazione costante di esprimere la fede della loro Chiesa" (Ibid., nota preliminare alle firme).

124   Cf. Dichiarazione ecumenica al Congresso Mariologico Internazionale di Malta (15 settembre 1983), n. 5, in L’Osservatore Romano, 18 settembre 1983, p. 2.

125   A questo proposito si veda J.-P. Gabus. Point de vue protestant sur les études mariologiques et la piété mariale, in Marianum 44 (1982) pp. 475-509, in particolare pp. 480-482.

126   Segretariato per l’unità dei cristiani. Orientamenti e saggerimenti per l’applicazione della dichiarazione ‘Nostra aetate’ (n. 4), in Acta Apostolicae Sedis 67 (1975) p. 73.

127   Ibid.

128   Ibid.

129   De gloria et honore Filii hominis X, 1, in PL 194, 1105.

130   Giovanni Paolo II. Allocuzione ai delegati delle Conferenze episcopali per i rapporti con l’ebraismo (6 marzo 1982), in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. V/1. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1982, p. 746.

131   Concilio Vaticano II. Dichiarazione sulla Chiesa e le religioni non cristiane, Nostra aetate, in Acta Apostolicae Sedis 58 (1966) pp. 740-744, n. 4.

132   N. 3.

133   N. Geagea, O.C.D. Maria, segno ed esempio secondo il Corano, in Acta Congressus Mariologici-Mariani Internationalis in Croatia anno 1971 celebrati, vol. V. Romae, Pont. Academia Mariana Internationalis, 1972, p. 3.69.

134   Il Corano. Sura XXI, 91 (trad. di A. Bausani). Firenze, Sansoni, 1978, p. 238.

135   Ibid. Sura III, 42, pp. 39-40.

136   N. Geagea. Art. cit., p. 381.

137   Cf. Nostra aetate, n. 3.

138   Il Corano. Sura LXVI, 12, p. 433.

139   Cf. Costituzioni OSM (1977), art. 24.

140   Citato da J.-P. Gabus. Art cit., p. 481.

141   Legenda de origine Ordinis, n. 18, in Monumenta OSM, vol. I. Bruxelles, Société Belge de Librairie, 1897, p. 73.

142   Costituzioni OSM (1977), art. 6.

143   Vigilia de Domina. Ufficio dei Servi a santa Maria. Romae, Curia Generalis OSM, 1980, p. 61.

144   Legenda beati Philippi, n. 8, in Monumenta OSM, vol. II. Bruxelles, Société Belge de Librairie, 1898, p. 71.