[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XXI/2 (1998) p. 454. / Cf. AAS 91 (1999) p. 87-88]
[454] 108.
Il mio ultimo pensiero è rivolto a Colei che la preghiera della Chiesa
invoca come Sede della Sapienza. La sua stessa vita è una vera
parabola capace di irradiare luce sulla riflessione che ho svolto. Si
può intravedere, infatti, una profonda consonanza tra la vocazione della
Beata Vergine e quella della genuina filosofia. Come la Vergine fu chiamata
ad offrire tutta la sua umanità e femminilità affinché il Verbo di Dio
potesse prendere carne e farsi uno di noi, così la filosofia è chiamata
a prestare la sua opera, razionale e critica, affinché la teologia come
comprensione della fede sia feconda ed efficace. E come Maria, nell'assenso
dato all'annuncio di Gabriele, nulla perse della sua vera umanità e
libertà, così il pensiero filosofico, nell'accogliere l'interpellanza
che gli viene dalla verità del Vangelo, nulla perde della sua autonomia,
ma vede sospinta ogni sua ricerca alla più alta realizzazione. Questa
verità l'avevano ben compresa i santi monaci dell'antichità cristiana,
quando chiamavano Maria «la mensa intellettuale della fede». 132 In lei vedevano l'immagine coerente della vera filosofia
ed erano convinti di dover philosophari in Maria.
Possa,
la Sede della Sapienza, essere il porto sicuro per quanti fanno della
loro vita la ricerca della saggezza. Il cammino verso la sapienza, ultimo
e autentico fine di ogni vero sapere, possa essere liberato da ogni
ostacolo per l'intercessione di Colei che, generando la Verità e conservandola
nel suo cuore, l'ha partecipata all'umanità intera per sempre.
Dato
a Roma, presso San Pietro, il 14 settembre, festa della Esaltazione della
Santa Croce, dell'anno 1998, ventesimo del mio Pontificato.
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