Esortazione
apostolica
post-sinodale
PASTORES DABO VOBIS
del Sommo Pontefice
GIOVANNI PAOLO II
all'episcopato,
al clero e ai fedeli circa la
formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali
25 marzo 1992
Venerati
Fratelli
e diletti Figli e Figlie,
salute e Apostolica Benedizione
[...]
CONCLUSIONE
[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XV/1 (1992) p. 954-957. Cf. AAS
84 (1992) p. 800-804]
[954] 82.
«Vi darò pastori secondo il mio cuore» (Ger
3,15).
Ancora
oggi, questa promessa di Dio è viva e operante nella Chiesa: essa
si sente, in ogni tempo, fortunata destinataria di queste parole profetiche;
vede il loro realizzarsi quotidiano in tante parti della terra, meglio,
in tanti cuori umani, soprattutto di giovani. E desidera, di fronte alle
gravi e urgenti necessità proprie e del mondo, che sulle soglie
del terzo millennio questa divina promessa si compia in un modo nuovo,
più ampio, intenso, efficace: quasi una straordinaria effusione
dello Spirito della Pentecoste.
[955] La
promessa del Signore suscita nel cuore della Chiesa la preghiera, l'implorazione
fiduciosa e ardente nell'amore del Padre che, come ha mandato Gesù
il buon Pastore, gli apostoli, i loro successori, una schiera senza numero
di presbiteri, così continui a manifestare agli uomini d'oggi la
sua fedeltà e la sua bontà.
E la
Chiesa è pronta a rispondere a questa grazia. Sente che il dono
di Dio esige una risposta corale e generosa: tutto il Popolo di Dio deve
instancabilmente pregare e lavorare per le vocazioni sacerdotali; i candidati
al sacerdozio devono prepararsi con grande serietà ad accogliere
e a vivere il dono di Dio, consapevoli che la Chiesa e il mondo hanno
assoluto bisogno di loro; devono innamorarsi di Cristo buon Pastore, modellare
sul suo il loro cuore, essere pronti ad uscire per le strade del mondo
come sua immagine per proclamare a tutti Cristo Via, Verità e Vita.
Un
appello particolare rivolgo alle famiglie: che i genitori, e specialmente
le mamme, siano generosi nel donare al Signore, che li chiama al sacerdozio,
i loro figli, e collaborino con gioia al loro itinerario vocazionale,
consapevoli che in questo modo rendono più grande e profonda la
loro fecondità cristiana ed ecclesiale e che possono sperimentare,
in un certo senso, la beatitudine della Vergine Madre Maria: «Benedetta
tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc
1,42).
E ai
giovani d'oggi dico: siate più docili alla voce dello Spirito,
lasciate risuonare nel profondo del cuore le grandi attese della Chiesa
e dell'umanità, non temete di aprire il vostro spirito alla chiamata
di Cristo Signore, sentite su di voi lo sguardo d'amore di Gesù
e rispondete con entusiasmo alla proposta di una sequela radicale.
La
Chiesa risponde alla grazia mediante l'impegno che i sacerdoti assumono
per realizzare quella formazione permanente che è richiesta dalla
dignità e dalla responsabilità loro conferite dal sacramento
dell'Ordine. Tutti i sacerdoti sono chiamati ad avvertire la singolare
urgenza della loro formazione nell'ora presente: la nuova evangelizzazione
ha bisogno di nuovi evangelizzatori, e questi sono i sacerdoti che si
impegnano a vivere il loro sacerdozio come cammino specifico verso la
santità.
La
promessa di Dio è di assicurare alla Chiesa non pastori qualunque,
ma pastori «secondo il suo cuore». Il «cuore» di Dio
si è rivelato a noi pienamente nel cuore di Cristo buon Pastore.
E il cuore di Cristo continua oggi ad avere compassione delle folle e
a donare loro il pane della verità e il pane dell'amore e della
vita (cf. Mc 6,30 ss.), e chiede di palpitare in altri cuori
quelli dei sacer- doti : «Voi stessi date loro da mangiare»
(Mc 6,37). La gente ha bisogno di uscire dall'anonimato e dalla
paura, ha bisogno di essere conosciuta e chiamata per nome, di camminare
sicura sui sentieri della vita, di essere ritrovata se perduta, di [956] essere
amata, di ricevere la salvezza come supremo dono dell'amore di Dio: proprio
questo fa Gesù, il buon Pastore; Lui e i presbiteri con lui.
Ed
ora, al termine di questa Esortazione, volgo lo sguardo alla moltitudine
di aspiranti al sacerdozio, di seminaristi e di sacerdoti che, in tutte
le parti del mondo, nelle condizioni anche più difficili e qualche
volta drammatiche, e sempre nella gioiosa fatica della fedeltà
al Signore e dell'instancabile servizio al suo gregge, offrono quotidianamente
la propria vita per la crescita della fede, della speranza e della carità
nei cuori e nella storia degli uomini e delle donne del nostro tempo.
Voi,
carissimi sacerdoti, lo fate perché il Signore stesso, con la forza
del suo Spirito, vi ha chiamati a ripresentare nei vasi di creta della
vostra semplice vita il tesoro inestimabile del suo amore di Pastore buono.
In
comunione con i Padri sinodali e a nome di tutti i Vescovi del mondo e
dell'intera comunità ecclesiale esprimo tutta la riconoscenza che
la vostra fedeltà e il vostro servizio si meritano.233
E
mentre auguro a tutti voi la grazia di rinnovare ogni giorno il dono di
Dio ricevuto con l'imposizione delle mani (cf. 2Tm 1,6),
di sentire il conforto della profonda amicizia che vi lega a Gesù
e vi unisce tra voi, di sperimentare la gioia della crescita del gregge
di Dio verso un amore sempre più grande a Lui e a ogni uomo, di
coltivare la rasserenante persuasione che colui che ha iniziato in voi
questa opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo
Gesù (cf. Fil 1,6), con tutti e con ciascuno di voi mi
rivolgo in preghiera a Maria, madre ed educatrice del nostro sacerdozio.
Ogni
aspetto della formazione sacerdotale può essere riferito a Maria
come alla persona umana che più di ogni altra ha corrisposto alla
vocazione di Dio, che si è fatta serva e discepola della Parola
sino a concepire nel suo cuore e nella sua carne il Verbo fatto uomo per
donarlo all'umanità, che è stata chiamata all'educazione
dell'unico ed eterno sacerdote fattosi docile e sottomesso alla sua autorità
materna. Con il suo esempio e la sua intercessione, la Vergine Santissima
continua a vigilare sullo sviluppo delle vocazioni e della vita sacerdotale
nella Chiesa.
Per
questo noi sacerdoti siamo chiamati a crescere in una solida e tenera
devozione alla Vergine Maria, testimoniandola con l'imitazione delle sue
virtù e con la preghiera frequente.
Madre
di Gesù Cristo e Madre dei sacerdoti,
ricevi questo titolo che noi tributiamo a te
per celebrare la tua maternità
e contemplare presso di te il Sacerdozio
[957] del tuo Figlio e dei tuoi figli,
Santa Genitrice di Dio.Madre
di Cristo,
al Messia Sacerdote hai dato il corpo di carne
per l'unzione del Santo Spirito
a salvezza dei poveri e contriti di cuore,
custodisci nel tuo cuore e nella Chiesa i sacerdoti,
Madre del Salvatore.Madre
della fede,
hai accompagnato al tempio il Figlio dell'uomo,
compimento delle promesse date ai Padri,
consegna al Padre per la sua gloria
i sacerdoti del Figlio tuo,
Arca dell'Alleanza.Madre
della Chiesa,
tra i discepoli nel Cenacolo pregavi lo Spirito
per il Popolo nuovo ed i suoi Pastori,
ottieni all'ordine dei presbiteri
la pienezza dei doni,
Regina degli Apostoli.Madre
di Gesù Cristo,
eri con Lui agli inizi della sua vita
e della sua missione,
lo hai cercato Maestro tra la folla,
lo hai assistito innalzato da terra,
consumato per il sacrificio unico eterno,
e avevi Giovanni vicino, tuo figlio,
accogli fin dall'inizio i chiamati,
proteggi la loro crescita,
accompagna nella vita e nel ministero
i tuoi figli,
Madre dei sacerdoti.
Amen!
Dato
a Roma, presso San Pietro, il 25 marzo, solennità dell'Annunciazione
del Signore, dell'anno 1992, decimoquarto del mio Pontificato.
GIOVANNI
PAOLO II
NOTE
233 Cf. Propositio 40.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XV/1 (1992) p. 846-957. Cf.AAS 84 (1992) p. 657-804.
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