Lettera enciclica
SOLLICITUDO REI SOCIALIS
del Sommo Pontefice

GIOVANNI PAOLO II

Nel ventesimo anniversario della "Populorum progressio"

30 dicembre 1987



[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X/3 (1987) p. 1663-1664. / Cf. AAS 80 (1988) p. 584-586]

     [1663] 49. In quest'Anno Mariano, che ho indetto perché i fedeli cattolici guardino sempre di più a Maria, che ci precede nel pellegrinaggio della fede90 e con materna premura intercede per noi davanti al suo Figlio, nostro Redentore, desidero affidare a lei e alla sua intercessione la difficile congiuntura del mondo contemporaneo, gli sforzi che si fanno e si faranno, spesso con grandi sofferenze, per contribuire al vero sviluppo dei popoli, proposto e annunciato dal mio predecessore Paolo VI.
     Come sempre ha fatto la pietà cristiana, noi presentiamo alla Santissima Vergine le difficili situazioni individuali, perché, esponendole a suo [1664] Figlio, ottenga da lui che siano alleviate e cambiate. Ma le presentiamo, altresì, le situazioni sociali e la stessa crisi internazionale nei loro aspetti preoccupanti di miseria, disoccupazione, carenza di vitto, corsa agli armamenti, disprezzo dei diritti umani, stati o pericoli di conflitto, parziale o totale. Tutto ciò vogliamo filialmente deporre davanti ai suoi «occhi misericordiosi», ripetendo ancora una volta con fede e speranza l'antica antifona: «Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci sempre da tutti i pericoli, o Vergine gloriosa e benedetta».
      Maria Santissima, nostra Madre e Regina, è colei che volgendosi a suo Figlio, dice: «Non hanno più vino» (Gv 2, 3), ed è anche colei che loda Dio Padre, perché: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc1, 52 s.). La sua materna sollecitudine si interessa degli aspetti personali e sociali della vita degli uomini sulla terra.91
      Davanti alla Santissima Trinità, io affido a Maria quanto in questa Lettera ho esposto invitando tutti a riflettere e ad impegnarsi attivamente nel promuovere il vero sviluppo dei popoli, come efficacemente afferma l'orazione della Messa omonima: «O Dio, che hai dato a tutte le genti una unica origine e vuoi riunirle in una sola famiglia, fa' che gli uomini si riconoscano fratelli e promuovano nella solidarietà lo sviluppo di ogni popolo, perché [...] si affermino i diritti di ogni persona e la comunità umana conosca un'era di eguaglianza e di pace».92
      
Questo, concludendo, io chiedo a nome di tutti i fratelli e sorelle, ai quali, in segno di saluto e di augurio, invio una speciale Benedizione.

       Dato a Roma, presso San Pietro, il 30 dicembre dell'anno 1987, decimo di Pontificato.

 


GIOVANNI PAOLO II


NOTE

90 CONC. ECUM. VATIC. II, Cost. dogm. su la Chiesa Lumen Gentium, 58; cf. GIOVANNI PAOLO II, Lett. Enc. Redemptoris Mater (25 marzo 1987), 5-6: AAS 79 (1987), pp. 365-367.

91 Cf. PAOLO VI, Esort. Apost. Marialis Cultus (2 febbraio 1974), 37: AAS 66 (1974), pp. 148 s.; GIOVANNI PAOLO II, Omelia al Santuario della B.V.M. di Zapopan, Messico (30 gennaio 1979), 4: AAS 71 (1979), p. 230.

92 Collecta Missae «pro populorum progressione»: Missale Romanum, ed. typ. altera 1975, p. 820.

Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X/3 (1987) p. 1613-1664. / Cf. AAS 80 (1988) p. 513-586.

 

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