Mercoledì 9 luglio 1997
[33] 1. La perenne e corale tradizione della Chiesa evidenzia come l'Assunzione
di Maria rientri nel disegno divino e sia radicata nella singolare partecipazione
di Maria alla missione del Figlio. Già nel primo millennio gli autori
sacri si esprimono in questo senso.
Testimonianze, in verità appena abbozzate, si trovano in sant'Ambrogio,
sant'Epifanio, Timoteo di Gerusalemme. San Germano di Costantinopoli († 733)
pone sulla bocca di Gesù, che si appresta a condurre sua madre in cielo,
queste parole: «Bisogna che dove sono io, anche tu vi sia, madre inseparabile
dal tuo Figlio...».1
La medesima tradizione ecclesiale, inoltre, vede nella maternità divina
la ragione fondamentale dell'Assunzione.
Di tale convinzione troviamo una traccia interessante in un racconto apocrifo
del V secolo, attribuito allo Pseudo-Melitone. L'autore immagina Cristo che
interroga Pietro e gli Apostoli sulla sorte meritata da Maria e da essi ottiene
questa risposta: «Signore, hai scelto questa tua serva perché divenga
per te una residenza immacolata...
È sembrato dunque giusto a noi tuoi servi che, come dopo aver vinto la morte,
tu regni nella gloria, tu risusciti il corpo di tua madre e la conduca con te,
gioiosa, nel cielo».2 Si può pertanto affermare che la divina
maternità, che ha reso il corpo di Maria la residenza immacolata del
Signore, ne fonda il destino glorioso.
[34]2. San Germano sostiene in un testo ricco di poesia che è l'affetto di Gesù per sua Madre ad esigere il ricongiungimento in cielo di Maria con il divin Figlio: «Come un bambino cerca e desidera la presenza di sua madre, e come una madre ama vivere in compagnia di suo figlio, anche per te, il cui amore materno per tuo Figlio e Dio non lascia dubbi, era conveniente che tu ritornassi verso di lui. E non era conveniente che, in ogni modo, questo Dio che provava per te un amore veramente filiale, ti prendesse in sua compagnia?».3 In un altro testo, il venerando autore integra l'aspetto privato del rapporto tra Cristo e Maria, con la dimensione salvifica della maternità, sostenendo che: «Bisognava che la madre della Vita condividesse l'abitazione della Vita».4
3. Secondo alcuni Padri della Chiesa, un altro argomento che fonda il privilegio
dell'Assunzione è desunto dalla partecipazione di Maria all'opera della
redenzione.
San Giovanni Damasceno sottolinea il rapporto fra la partecipazione alla Passione
e la sorte gloriosa: «Bisognava che colei che aveva visto suo Figlio sulla
croce e ricevuto in pieno cuore la spada del dolore... contemplasse questo Figlio
assiso alla destra del Padre».5 Alla luce del Mistero pasquale, appare
in modo particolarmente chiaro l'opportunità che, insieme col Figlio,
anche la Madre fosse glorificata dopo la morte.
Il Concilio Vaticano II, ricordando nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa
il mistero dell'Assunzione, attira l'attenzione sul privilegio dell'Immacolata
Concezione: proprio perché «preservata immune da ogni macchia di
colpa originale»,6 Maria non poteva rimanere come gli altri uomini nello
stato di morte sino alla fine del mondo.
L'assenza del peccato originale e la santità, perfetta sin dal primo
momento dell'esistenza, esigevano per la Madre di Dio la piena glorificazione
della sua anima e del suo corpo.
[35] 4. Guardando al mistero dell'Assunzione della Vergine è possibile comprendere
il piano della Provvidenza divina relativa all'umanità: dopo Cristo,
Verbo incarnato, Maria è la creatura umana che realizza per prima l'ideale
escatologico, anticipando la pienezza della felicità, promessa agli eletti
mediante la risurrezione dei corpi.
Nell'Assunzione della Vergine, possiamo vedere anche la volontà divina
di promuovere la donna.
In analogia a quanto era avvenuto all'origine del genere umano e della storia
della salvezza, nel progetto di Dio l'ideale escatologico doveva rivelarsi non
in un individuo, ma in una coppia. Perciò nella gloria celeste, accanto
a Cristo risorto, c'è una donna risuscitata, Maria: il nuovo Adamo e
la nuova Eva, primizie della risurrezione generale dei corpi dell'intera umanità.
La condizione escatologica di Cristo e quella di Maria non vanno certo poste
sullo stesso piano. Maria, nuova Eva, ha ricevuto da Cristo, nuovo Adamo, la
pienezza di grazia e di gloria celeste, essendo stata risuscitata mediante lo
Spirito Santo dal potere sovrano del Figlio.
5. Quantunque succinte, queste note ci permettono di porre in luce che l'Assunzione
di Maria rivela la nobiltà e la dignità del corpo umano.
Di fronte alle profanazioni e all'avvilimento cui la moderna società
sottopone non di rado, in particolare, il corpo femminile, il mistero dell'Assunzione
proclama il destino soprannaturale e la dignità di ogni corpo umano,
chiamato dal Signore a diventare strumento di santità e a partecipare
alla sua gloria.
Maria è entrata nella gloria perché ha accolto nel suo seno verginale
e nel suo cuore il Figlio di Dio. Guardando a Lei, il cristiano impara a scoprire
il valore del proprio corpo e a custodirlo come tempio di Dio, nell'attesa della
risurrezione.
L'Assunzione, privilegio concesso alla Madre di Dio, costituisce così
un immenso valore per la vita e il destino dell'umanità.
NOTE
1 San Germano di Costantinopoli, Homil. 3 in Dormitionem, PG 98,360.
2 Pseudo-Melitone, De transitu V.Mariae, 16, PG 5,1238.
3 San Germano di Costantinopoli, Hom. 1 in Dormitionem, PG 98,347.
4 Ibidem, PG 98,348.
5 San Giovanni Damasceno, Hom. 2, PG 96,741.
6 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 59.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/2 (1997) p. 33-35.
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