55. L'Assunzione di Maria, verità di fede

Mercoledì 2 luglio 1997

      [1] 1. Sulla scia della Bolla Munificentissimus Deus, del mio venerato predecessore Pio XII, il Concilio Vaticano II afferma che l'Immacolata Vergine, «finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo».1
      I Padri conciliari hanno voluto ribadire che Maria, a differenza degli altri cristiani che muoiono in grazia di Dio, è stata assunta alla gloria del Paradiso anche con il suo corpo. Si tratta di una millenaria credenza espressa pure in una lunga tradizione iconografica, che rappresenta Maria mentre «entra» con il suo corpo in cielo.
      Il dogma dell'Assunzione afferma che il corpo di Maria è stato glorificato dopo la morte. Infatti, mentre per gli altri uomini la risurrezione dei corpi avverrà alla fine del mondo, per Maria la glorificazione del suo corpo è stata anticipata per singolare privilegio.

      2. Il 1° novembre 1950, nel definire il dogma dell'Assunzione, Pio XII, evitò di usare il termine «risurrezione» e di prendere posizione in merito alla questione della morte della Vergine come verità di fede. La Bolla Munificentissimus Deus si limita ad affermare l'elevazione del corpo di Maria alla gloria celeste, dichiarando tale verità «dogma divinamente rivelato».
      Come non notare qui che l'Assunzione della Vergine fa parte da sempre della fede del popolo cristiano il quale, affermando l'ingresso di Maria nella gloria celeste, ha inteso proclamare la glorificazione del suo corpo?
      [2] La prima traccia della fede nell'Assunzione della Vergine, è presente nei racconti apocrifi, intitolati «Transitus Mariae», il cui nucleo originario risale al II-III secolo. Si tratta di rappresentazioni popolari e talora romanzate, che però in questo caso recepiscono un'intuizione di fede del popolo di Dio.
      In seguito, si è andata sviluppando una lunga riflessione in merito alla sorte di Maria nell'aldilà. Questo, a poco a poco, ha condotto i credenti alla fede nella elevazione gloriosa della Madre di Gesù, in anima e corpo, e all'istituzione in Oriente delle feste liturgiche della Dormizione e dell'Assunzione di Maria.
      La fede nel destino glorioso dell'anima e del corpo della Madre del Signore, dopo la sua morte, dall'Oriente si diffonde in Occidente con grande rapidità e, a partire dal secolo XIV, si generalizza. Nel nostro secolo, alla vigilia della definizione del dogma, essa costituisce una verità quasi universalmente accolta e professata dalla comunità cristiana in ogni angolo del mondo.

      3. Fu così che nel maggio del 1946 con l'Enciclica Deiparae Virginis Mariae Pio XII promosse un'ampia consultazione, interpellando i Vescovi e, tramite loro, il clero e il popolo di Dio, sulla possibilità e l'opportunità di definire l'assunzione corporea di Maria come dogma di fede. Il riscontro fu ampiamente positivo: solo sei risposte su 1181 manifestavano qualche riserva sul carattere rivelato di tale verità.
      Citando questo dato, la Bolla Munificentissimus Deus afferma: «Il consenso universale del Magistero ordinario della Chiesa fornisce un argomento certo e solido per provare che l'assunzione corporea della Beata Vergine Maria in cielo... è una verità rivelata da Dio, e deve dunque essere creduta fermamente e fedelmente da tutti i figli della Chiesa».2
      La definizione del dogma, sulla scia della fede universale del popolo di Dio, esclude definitivamente ogni dubbio e postula l'espressa adesione di tutti i cristiani.
      Dopo aver sottolineato la fede attuale della Chiesa nell'Assunzione, la Bolla richiama la base scritturistica di tale verità.
      [3] Il Nuovo Testamento, pur non affermando esplicitamente l'Assunzione di Maria, ne offre il fondamento perché pone ben in evidenza l'unione perfetta della Santa Vergine con il destino di Gesù. Questa unione, che si manifesta sin dal prodigioso concepimento del Salvatore, nella partecipazione della Madre alla Missione del Figlio e, soprattutto, nell'associazione al sacrificio redentore, non può non esigere una continuazione dopo la morte. Perfettamente unita alla vita e all'opera salvifica di Gesù, Maria ne condivide il destino celeste nell'anima e nel corpo.

      4. La citata Bolla Munificentissimus Deus, facendo riferimento alla partecipazione della donna del Protovangelo alla lotta contro il serpente e riconoscendo in Maria la nuova Eva, presenta l'Assunzione come conseguenza dell'unione di Maria all'opera redentrice di Cristo. Afferma in proposito: «Di conseguenza, come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e ultimo trofeo di questa vittoria, così bisognava che il combattimento operato dalla Santa Vergine, unita a suo Figlio, terminasse con la glorificazione del suo corpo verginale...».3
      L'Assunzione è pertanto il punto d'arrivo della lotta che ha impegnato l'amore generoso di Maria nella redenzione dell'umanità ed è frutto della sua partecipazione unica alla vittoria della Croce.

NOTE

1 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 59.
2 Pio XII, Bolla Munificentissimus Deus: AAS 42 (1950), 757.
3 Pio XII, Bolla Munificentissimus Deus: AAS 42 (1950), 768.

Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/2 (1997) p. 1-3.

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